Con la fioritura delle piante e l’impollinazione, l’arrivo della primavera segna per 20 milioni di italiani l’inizio del tormento stagionale. Tra starnuti, lacrimazione, prurito e tosse, possono essere adottati alcuni semplici accorgimenti per prevenire le allergie stagionali e per difendersi al meglio da questi fastidiosi disturbi.
Una persona su tre in Italia soffre di disturbi legati alle allergie stagionali, soprattutto nei mesi di marzo-giugno, quando aumenta la concentrazione dei pollini.
Un’allergia è una reazione fisica a certe sostanze (in questo caso al polline).
Nelle persone allergiche il sistema immunitario identifica erroneamente il polline come nocivo e difende l’organismo da esso. Questa reazione di difesa inutile è spesso troppo energica e gli anticorpi prodotti per combattere i pollini hanno effetti irritanti o dannosi, che costituiscono per l’appunto una reazione allergica.
L’allergia al polline fa parte del gruppo di allergie inalanti, insieme all’allergia alla polvere.
Per fare una diagnosi di allergia inalante, innanzitutto bisogna recarsi dall’allergologo se durante il periodo primaverile si manifestano disturbi delle vie respiratorie, come oculoriniti o asma bronchiale.
Dopo avervi ascoltati il medico molto probabilmente richiederà un test cutaneo chiamato Prick. Questo test consiste nel praticare delle “scarnificazioni” cutanee, non sanguinanti e non dolorose, di 1 cm sulla parte interna del braccio e distanti fra loro almeno 2 cm. Su ognuna di esse viene poi deposta una goccia di soluzione acquosa di differenti sostanze (allergeni). Se c’è reazione positiva, ovvero se si è allergici a una o più sostanze, entro 10-20 minuti si forma un ponfo roseo e pruriginoso, laddove l’allergene specifico è stato deposto.
In alcuni casi, quando c’è un dubbio, occorre effettuare un altro test, chiamato il rast – un test basato su un prelievo di sangue e sulla ricerca degli anticorpi (IgE) specifici presenti per una o più sostanze allergizzanti.
Da qualche anno esiste anche un test molecolare molto più preciso da eseguire in casi difficili, come per esempio nei soggetti pluri-allergici. Questo test prevede l’utilizzo delle singole molecole (generalmente proteine) che compongono l’allergene stesso.
Grazie a questo tipo di test, per le allergie al polline e alle altre sostanze inalanti è possibile distinguere in maniera migliore tra una cross-relazione e una co-sensibilizzazione. Per esempio, una persona che è allergica sia alle graminacee sia alla betulla, potrebbe essere allergica a due proteine indipendenti oppure a una sola proteina che si trova, in forme del tutto simili, in entrambi i pollini, sia di graminacea sia di betulla.
Questo comporta enormi differenze nella scelta di un’eventuale immunoterapia specifica o di un vaccino.
Se è possibile, evita di esporti nelle ore di maggiore concentrazione pollinica (le ore centrali della giornata) e cerca di respirare correttamente con il naso e a bocca chiusa, perché attraverso il naso l’aria viene depurata, riscaldata e umidificata.
Bisogna evitare di stare all’aperto durante le fasi iniziali di un temporale o di una pioggia intensa e dopo la pioggia, perché la caduta dell’acqua facilita la liberazione di allergeni dai pollini i quali, in questo modo, raggiungono più facilmente le vie aeree profonde, potendo indurre l’insorgenza di crisi asmatiche gravi anche in chi soffre solo di rinite stagionale.
Cambiare l’aria in casa è molto importante, ma bisogna evitare di aprire le finestre nelle ore più calde della giornata e preferire, invece, farlo di mattina presto o di sera, quando la concentrazione dei pollini è più bassa.
Occhiali e mascherine possono essere d’aiuto per diminuire l’esposizione ai pollini e le inalazioni.
Cerca di trascorrere periodi di tempo più prolungati nelle zone costiere o montane ed evita di inalare polveri, fumi oppure profumi, che possono stimolare l’insorgenza di starnuti, prurito e tosse.
Questo è un buon modo per organizzare meglio il tempo da trascorrere all’aperto. (scarica QUI l’app)
Secondo il calendario del polline, ad esempio, la fioritura di erbe, come le graminacee, è posticipata in genere di circa un mese in montagna oltre i 1.000 metri, ed è ritardata di qualche settimana nell’Italia settentrionale e in Europa centrale, rispetto al bacino mediterraneo.
Lavarsi ogni sera, appena rientrati, inclusi i capelli, risulta molto utile per prevenire i sintomi delle allergie stagionali, perché i granuli pollinici rimangono spesso tra la chioma e gli abiti. In casa e di notte possono depositarsi sul materasso e sul cuscino venendo, così, inalati: ma l’acqua calda li laverà via.
Pulire i pavimenti è fondamentale, ma bisogna fare attenzione all’utilizzo dell’aspirapolvere, che può sollevare dal pavimento le particelle allergizzanti.
Vi si possono depositare pollini e polveri difficili da rimuovere. Attenzione anche ai giocattoli di peluche.
In caso contrario, non dimenticarti di indossare una mascherina ed evita di rastrellare le foglie nel periodo di picco pollinico.
Evitare di tenere i finestrini aperti quando si viaggia in auto (o in treno) e indossare delle mascherine se si circola in bicicletta o motorino. La mascherina è importante anche quando si fa jogging o altri sport all’aria aperta, non solo in aree verdi, ma anche in città.
Evita di assumere farmaci senza aver consultato un medico. È sempre consigliabile seguire le indicazioni terapeutiche di uno specialista.
Lo sapevi che: Il 30% della popolazione mondiale, soprattutto nei Paesi occidentali, soffre di una forma di allergia e il numero sembra essere destinato a raddoppiare entro il 2025.
Il 25% delle persone allergiche sviluppano spesso reazioni crociate tra pollini e alimentazione, durante la stagione delle pollinosi.
In questo caso si possono manifestare disturbi immediati alla bocca (come bruciore, gonfiore e prurito), o più tardivi, in altre sedi con l’assunzione di alcuni tipi di frutta e verdura.
Potresti avere problemi con: mele, carote, sedano, finocchio, pere, banane, nespole, pesche, ciliegie, albicocche, prugne, prezzemolo, nocciole, noci, arachidi, mandorle, kiwi, lamponi, fragole e pepe verde.
Sarebbe opportuno evitare cicoria, tarassaco, camomilla, banane, anguria, castagne, arachidi, noci, nocciole, pistacchi, sedano, prezzemolo, carote, finocchio, olio di girasole, margarine, dragoncello, lattuga, zucca, mele, melone, miele di girasole e miele di tarassaco.
Essendo molto diffusa in Italia e nelle zone del bacino mediterraneo, bisogna fare attenzione in queste zone a piselli, arachidi, soia, fagioli, gelsi, pistacchi, melone, kiwi, patate, basilico, ortica e ciliegie.
È consigliabile evitare sedano, orzo, avena, kiwi, mais, anguria, pesche, prugne, agrumi, riso, segale, frumento, pomodori, melone, albicocche, ciliegie, mandorle, arachidi e bietole.
Non si dovrebbero mangiare sedano, melone, anguria, banane e carote.
Con questi semplici accorgimenti è possibile prevenire l’insorgere ed evitare il peggioramento dei sintomi delle allergie stagionali. È importante chiedere il parere di un medico in caso di sintomi persistenti e debilitanti.
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