Stipsi e Diarrea

Stipsi e Diarrea

Stipsi e Diarrea sono entrambi dei disturbi della defecazione. 

LA STIPSI 

La stipsi colpisce circa 13 milioni di italiani, soprattutto gli anziani e le donne: 9 milioni di donne e quasi 4 milioni di uomini.

Nei bambini la stitichezza è invece più frequente nei maschi (2:1). Nei neonati e nella prima infanzia, in presenza di evacuazioni molto distanti tra loro non si può parlare di vera e propria stitichezza. Si tratta infatti di una condizione fisiologica legata all’assorbimento quasi completo delle sostanze nutritive contenute nel latte materno e alla conseguente scarsa produzione di scorie.

Ma cos’è la stipsi, chiamata anche stitichezza?

Il termine di stipsi definisce il rallentamento della progressione del contenuto del colon, sino alla sua espulsione attraverso lo svuotamento dell’ampolla rettale mediante l’evacuazione. 

LO SAPEVI CHE: In realtà esistono due forme di stipsi: la stipsi da propulsione, comunemente definita “stitichezza”, legata effettivamente al rallentato transito, ed una stipsi da espulsione, tecnicamente definita da “out-flow”. In questo secondo caso la difficoltà consiste nella incapacità parziale o totale alla evacuazione. 

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Per comprendere meglio questa complessa attività fisiologica, è bene conoscere in maniera un po’ più approfondita le dinamiche alla base della funzione del colon:

Il contenuto intestinale arriva nel colon in forma liquida; la funzione primaria di questo organo è rappresentata dal riassorbimento della parte liquida e dalla espulsione finale dei prodotti della digestione. Il colon è dotato di un proprio Sistema Nervoso Semi-Autonomo, denominato Sistema Nervoso Enterico (SNE) (Leggi anche “La Nostra Pancia è il Nostro Secondo Cervello”).

Le principali funzioni del SNE riguardano: 

  • la produzione di Serotonina, sostanza deputata al funzionamento della muscolatura del colon. Sostanzialmente, stimoli esterni recepiti dal sistema nervoso centrale, possono provocare un’azione di eccessivo stimolo alla produzione di serotonina o bloccarne l’azione; ne conseguirà un transito accelerato nel colon (diarrea) o rallentato (stipsi).
  • la regolazione della permeabilità dei vasi sanguigni e linfatici, propri del colon e situati immediatamente al di sotto della mucosa (la superficie, interna, di rivestimento del colon) deputati al riassorbimento della parte liquida del contenuto del colon; 
  • la regolazione immunitaria, attraverso la capacità di riconoscere le sostanze nocive che introduciamo con gli alimenti (es. tracce di pesticidi, virus, parassiti etc), quindi di attivare tutte le funzioni organiche di protezione e rapida espulsione di tali sostanze dal nostro organismo.

Come si manifesta la stipsi?

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Quando una persona soffre di stitichezza riferisce un ritardo o un’insufficienza nell’evacuazione delle feci. Si tratta comunque di sensazioni soggettive che variano spesso da persona a persona. Secondo alcuni studiosi sarebbe di 3 evacuazioni per settimana la frequenza minima per non considerarsi affetti dal disturbo. Per quanto evacuare ogni 2-3 giorni sia considerato normale, il 60% di coloro che si definiscono stitici hanno un’attività più regolare della norma (una volta al giorno), accusando i sintomi di una stitichezza fisiologica sulla base di un malessere esclusivamente soggettivo.

Nel linguaggio medico si parla di stitichezza quando nell’ultimo anno una persona ha sofferto di almeno due dei seguenti sintomi per almeno 12 settimane non necessariamente consecutive (cioè nel 25% dei casi):

SINTOMI

1.      ridotto numero di evacuazioni settimanali (<2);

2.      difficoltà e sforzo nell’evacuare;

3.      presenza di feci dure, caprine o nastriformi;

4.      sensazione di blocco/ostruzione anorettale;

5.      aiuto manuale (svuotamento manuale, compressione sulla parete posteriore della vagina)

Le cause della stipsi/stitichezza possono essere numerose:

CAUSE

1.      Alcune malattie:

–        Patologie ano-rettali (emorroidi, ragadi, rettocele ecc)

–        Malattie nervose

–        Patologie funzionali che colpiscono l’intestino (colite, diverticolite ecc)

 

2.      In assenza di una malattia specifica, la stipsi può essere dovuta a:

–        Dieta incongrua (dimagrante, anoressici, diabetici, celiaci ecc)

–        Sedentarietà (ridotta attività motoria del colon) 

–        Situazioni di stress e ansia

–        Gravidanza (dislocazione del colon da parte dell’utero, cambiamenti ormonali che rilassano i muscoli del tratto gastrointestinale)

–        Sindrome del colon irritabile

–        Assunzione di alcuni farmaci

Quando la stipsi perdura da diverso tempo e/o quando insorge improvvisamente o si accompagna ad altri sintomi (dolori addominali, sanguinamento, astenia, famigliarità per il tumore del colon o febbre) bisogna rivolgersi subito al medico.

Il trattamento della stitichezza deve prima di tutto curare le patologie o le condizioni che la causano. Non dobbiamo infatti dimenticare che la stipsi di per sé è soltanto un sintomo che può essere espressione di diverse malattie. Quando all’origine della stitichezza non esiste una patologia specifica, è importante andare ad agire sulla dieta e sullo stile di vita.

Quali sono i consigli e i rimedi naturali contro la stipsi/stitichezza?

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RIMEDI

1.      Non rimandare l’atto della defecazione

Tale comportamento rischia di inibire gli stimoli allo svuotamento del retto. Al sopraggiungere dello stimolo cercare di recarsi al bagno il prima possibile, appena le condizioni sociali lo permettono e la posizione migliore è quella acquattata (alla turca), in cui l’addome viene naturalmente compresso contro le cosce (un rimedio utile in presenza di stitichezza è quello di porre un rialzo sotto i piedi in prossimità del wc).


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2.      Evitare sforzi eccessivi durante la defecazione

Tale comportamento rischia di far perdere la normale coordinazione tra i meccanismi fisiologici coinvolti nella defecazione (contrazione dell’ampolla rettale, contrazione dei muscoli del pavimento pelvico e rilassamento dello sfintere anale interno (involontario) e di quello esterno (volontario)). Sforzi eccessivi durante la defecazione predispongono anche alla comparsa delle emorroidi, e risultano potenzialmente pericolosi per le persone che soffrono di disturbi cardiovascolari (molto comuni nell’età anziana).

 

3.      Allenare i muscoli addominali e quelli del pavimento pelvico

La contrazione di questi muscoli è essenziale per lo svuotamento del retto durante la defecazione. Spesso la loro debolezza predispone alla stitichezza; tale condizione è più comune dopo la gravidanza ed il parto, negli obesi, nelle donne in menopausa e negli individui con tosse cronica (ad esempio tosse del fumatore o bronchite cronica e asma).

4.      Aumentare l’apporto di liquidi con la dieta

Le feci di consistenza normale sono composte da acqua per il 75%; tanto maggiore è il tempo di permanenza nel colon, tanto superiore è il riassorbimento di acqua; di conseguenza le feci divengono aride e più difficili da evacuare.

5.      Aumentare l’apporto di fibre, ma senza esagerare

6.      Usare i lassativi saltuariamente e al bisogno

Prima di ricorrere a veri e propri farmaci o a lassativi erboristici ad azione drastica, si consiglia di utilizzare integratori di fibra solubile, tisane o blande preparazioni lassative

7.       Adottare un regime alimentare equilibrato che conduca all’accelerazione e alla normalizzazione del transito intestinale

Da moderare il consumo di alimenti astringenti: limoni, riso, nespole, banane, mele, mirtilli, tè.

Da aumentare il consumo dei seguenti alimenti: brodo di carne, avena o cereali integrali a colazione, carciofo, crusca (senza esagerare), polline, semi di lino, prugne secche, kiwi, carote.

Bere un bicchiere di acqua tiepida appena alzati può stimolare l’attività intestinale.

8.      Adottare uno stile di vita meno sedentario 


LA DIARREA

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La diarrea è un disturbo della defecazione caratterizzato da un aumento dell’emissione di una quantità giornaliera di feci superiore ai 200 g con diminuzione della loro consistenza e da un aumento della frequenza di scarica dell’alvo intestinale. 

Affinché si possa parlare di diarrea devono essere contemporaneamente presenti entrambe queste condizioni:

  • almeno tre evacuazioni al giorno;
  • alterazioni della quantità o qualità delle deiezioni (presenza di feci poco formate: liquide o semiliquide).

La diarrea è un sintomo aspecifico, comune a numerose malattie (per lo più gastrointestinali) o a condizioni non patologiche (banali intolleranze alimentari, stress, etc.). Può manifestarsi come fenomeno isolato o accompagnarsi ad altri disturbi quali dolori addominali, febbre, vomito, dimagrimento.

Si definisce diarrea acuta quella che insorge improvvisamente e dura poco: nel 70% dei casi si deve a un processo infettivo (batteri, virus, parassiti o funghi) e nel restante 30% a intolleranze.

Quali sono le cause della diarrea:

CAUSE

· Problemi psichici: stress, irritabilità

· Disfunzione motoria: colon irritabile

· Cause infiammatorie: morbo di Crohn, colite ulcerosa

· Farmaci: lassativi, antibiotici, FANS ecc.

· Alimenti: intolleranze, allergie

· Malassorbimento: congenito (ad es. mucoviscidosi) o acquisito (ad es. insufficienza pancreatica)

· Lesioni anatomiche: soprattutto post-chirurgiche (resezioni ileali, by-pass intestinali)

· Cause endocrine: ipertiroidismo, diabete, ipoparatiroidismo, carcinoide, sindrome di Zollinger-Ellison

· Cause vascolari: insufficienza mesenterica

· Neoplasie: linfomi e carcinomi intestinali

· Cause immunologiche: gastroenterite esosinofila, deficit di immunoglobuline

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!!! La Diarrea cronica può causare una serie di complicazioni fino alla morte dell’individuo per disidratazione e/o acidosi metabolica. In presenza di diarrea aumentano infatti le perdite idriche dell’organismo a causa dell’incompleto assorbimento di acqua, dell’eccessivo richiamo di liquidi da parte di alcune sostanze indigerite e/o dell’ipersecrezione intestinale legata all’infiammazione. Alla disidratazione si associano poi alterazioni elettrolitiche che aggravano ulteriormente la situazione fino a causare ipotensione, acidosi metabolica, calcoli renali, oliguria, torpore e tachicardia con polso piccolo e frequente.

La diarrea può quindi diventare pericolosa per i fenomeni di disidratazione ad essa legati, soprattutto negli anziani, nei bambini e nei soggetti debilitati.

Come curare la diarrea?

L’esame delle possibili complicazioni della diarrea, spesso sottovalutate, ci fa capire l’importanza di una corretta terapia. In realtà dato che all’origine del disturbo vi possono essere cause molto diverse tra loro, il trattamento della diarrea dovrebbe differenziarsi in base al processo patologico in atto. In ogni caso è importante intervenire tempestivamente per combattere la disidratazione che, come abbiamo visto, rappresenta uno dei sintomi più temibili e comuni della diarrea.

 

In presenza di questo disturbo occorre pertanto reintegrare i liquidi, i sali minerali e gli zuccheri perduti tramite alimenti o soluzioni elettrolitiche per via endovenosa (in relazione al grado di disidratazione).

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Gli antibiotici di regola non vanno utilizzati dato che la diarrea stessa contribuisce all’eliminazione dei microrganismi patogeni che hanno colpito l’intestino. Tuttavia in caso di infezioni gravi in cui si è chiaramente identificato l’agente eziologico (tifo, campylobacter, Yersinia, Clostridium difficile) il ricorso agli antibiotici è caldamente consigliato.

I farmaci antidiarroici non curano la patologia a monte, ma ne attenuano i sintomi.

La cura ed il trattamento delle forme meno gravi di diarrea può essere effettuata a domicilio.

RIMEDI

  • Tostare regolarmente il pane;
  • Non consumare dolci;
  • Non consumare latte di nessun tipo, da sostituire con tè al limone;
  • Non bere grosse quantità di liquidi, ma fare piccoli sorsi frequenti;
  • Rimedi fitoterapici: mirtillo, potentilla, alchemilla.

Il materiale pubblicato ha lo scopo di permettere il rapido accesso a consigli, suggerimenti e rimedi di carattere generale che medici e libri di testo sono soliti dispensare per il trattamento della stipsi/stitichezza e della diarrea. Tali indicazioni non devono in alcun modo sostituirsi al parere del medico curante o di altri specialisti del settore.


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