InfoPills: Sindrome parainfluenzale, influenza o raffreddore?

InfoPills: Sindrome parainfluenzale, influenza o raffreddore?
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Ne sentiamo spesso parlare e forse l’abbiamo anche avuta, ma sappiamo davvero cos’è l’influenza e cosa fare quando avvertiamo i sintomi influenzali?

Come distinguere fra sindromi parainfluenzali, influenza e raffreddore?

La maggior parte delle persone al primo malessere pensa che ha l’influenza, ma le cose non stanno proprio così. Esistono diversi tipi di microorganismi responsabili delle patologie invernali, si tratta di batteri e virus.

Per prima cosa dobbiamo saper distinguere tra sindromi parainfluenzali, influenza e raffreddore.

Cosa sono le sindromi parainfluenzali?

Le sindromi parainfluenzali vengono spesso chiamate i virus dei bambini e sono molto simili all’influenza, ma di solito più leggere e soprattutto sono causate da una specie di virus chiamata paramixovirus (HPIV).

Le parainfluenze interessano soprattutto i bambini piccoli: sono responsabili del 30-40 per cento di tutte le infezioni acute delle vie respiratorie nei neonati e nei bambini, e sono la causa più comune della laringotracheobronchite acuta.

Negli adulti, le sindromi più comuni sono respiratorie (dal comune raffreddore fino a malattie simil-influenzali e polmoniti) e gastro-intestinali.

I sintomi più comuni nelle sindromi parainfluenzali:

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Cosa fare?

La miglior cura è il riposo e il caldo. Se la febbre si alza troppo o il malessere aumenta troppo, va sempre consultato il medico.

Cos’è l’influenza?

L’influenza è causata dal virus chiamato ortomixovirus, una specie di virus che subisce delle micromodificazioni ogni anno, per cui il nostro sistema immunitario si trova spesso senza la capacità di riconoscere subito il “nemico” e quindi soccombe al virus.

I pazienti più colpiti da influenza sono i neonati ed i soggetti con più di 65 anni di età: queste sono infatti le fasce di popolazione con un sistema immunitario rispettivamente non ancora sviluppato o debilitato, che rischiano quindi anche lo sviluppo di complicazioni come polmoniti e/o bronchiti.

Dal punto di vista medico la definizione di malato influenzale prevede una sintomatologia respiratoria comparsa improvvisamente, febbre oltre i 38°, almeno uno tra i seguenti sintomi:

  • cefalea,
  • malessere diffuso,
  • sudorazione,
  • brividi,
  • mancanza di appetito;

ed almeno uno dei seguenti sintomi respiratori:

  • tosse,
  • mal di gola,
  • congestione nasale.

I sintomi più comuni in caso di influenza:

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Cosa fare?

La cura dell’influenza può essere solamente sintomatologica e i sintomi possono essere alleviati anche con i classici rimedi della nonna.

L’influenza si può prevenire grazie ai vaccini che sono creati utilizzando il virus dell’anno precedente che di solito è efficace anche sull’influenza dell’anno in corso (le modifiche del virus non sono così significative). Chi si è preso l’influenza l’anno prima di solito non si ammala di influenza l’anno successivo. Questo non significa che non può essere soggetto di sindromi parainfluenzali o raffreddamenti.

Cos’è il raffreddore?

Le malattie da raffreddamento, a differenza delle sindromi parainfluenzali e dell’influenza, sono causate dai batteri. Questi batteri sono degli organismi completi, in grado di replicarsi autonomamente e di vivere anche al di fuori del corpo umano.

Avete mai sentito parlare dei stafilococchi, streptococchi ecc.? Sono i batteri che invadono il nostro organismo quando il nostro sistema immunitario è indebolito e non riesce più a fronteggiarli. Ecco insorgere mal di gola, tosse, raffreddore – a seconda della zona dove i batteri si moltiplicano.

I sintomi più comuni in caso di raffreddore:

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Cosa fare?

Ecco in questo caso, la cura prevede l’uso degli antibiotici, ma solo se la febbre è elevata e su prescrizione del medico curante: mai autosomministrarsi questi farmaci. Si possono anche usare i classici rimedi naturali: tisane, decotti, oli essenziali ecc.

E’ fondamentale capire bene di cosa si tratta e distinguere fra l’influenza, il raffreddore o sindromi parainfluenzali. Una diagnosi corretta, infatti,  è indispensabile per la scelta della terapia giusta da seguire.

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