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Le alghe sono dei vegetali acquatici, che grazie alle loro
proprietà eccezionali per la salute hanno ottenuto enorme successo. Spesso
consigliate sotto forma di integratori alimentari, le alghe sono anche
diventate un ingrediente prezioso in cucina. Ecco quali sono i tipi di alghe
più usate.
Le alghe forniscono Sali minerali, vitamine e proteine di buon valore biologico. Le conosciamo soprattutto come protagoniste della cucina giapponese, ma ultimamente le alghe sono diventate un ingrediente di tendenza anche nelle diete europee.
Questo ingrediente “alternativo” può permettere di costruire
piatti di notevole apporto nutrizionale. Non solo. Trattate e cucinate in modo
appropriato, le alghe possono rendere più digeribili e gustosi molti dei piatti
della tradizione italiana, esaltando i sapori di preparazioni semplici.
Le principali proprietà benefiche delle alghe:
Le alghe sono un vero e proprio superfood. Sono alimenti con
proprietà benefiche elevate, in grado di supportare l’organismo al pari, se non
meglio, di moltissimi integratori di sintesi. Tanti nutrizionisti sono del
parere che l’essere umano potrebbe vivere in buona salute, nutrendosi
esclusivamente di alghe.
In modo particolare, i benefici delle alghe si manifestano a
favore dell’apparato gastrointestinale, su cute e annessi, ma anche sul sistema
circolatorio e linfatico.
Non da ultimo, sembrerebbe che i principali processi di
degenerazione cellulare, causa primaria dell’invecchiamento psicofisico,
vengano ridotti grazie a un consumo regolare di alghe fresche o essiccate.
Ma le alghe hanno conquistato i palati gourmet anche in
virtù del loro sapore particolare e sono sempre più utilizzate da numerosi chef
in cucina anche grazie alle loro qualità gelificanti.
Lo sapevi che: Per addensare creme e minestre si può utilizzare un gelificante completamente vegetale derivato dall’alga agarofite. Si tratta dell’agar-agar. È totalmente insapore e può essere utilizzato dai vegetariani e vegani. Ha un altissimo potere gelificante – ne bastano circa lo 0,8% del peso della sostanza per gelificare.
6 tipi di alghe più usate in cucina
#1 Wakame
Si tratta di un’alga bruna ricchissima di magnesio, ferro,
calcio, vitamine C e del gruppo B. l’alga Wakame ha spiccate proprietà
disintossicanti e molti nutrizionisti ne consigliano l’uso in caso di consumo
frequente di pesce, come tonno e pesce spada, per contrastare l’effetto tossico
dei metalli pesanti contenuti nelle loro carni.
L’alga Wakame si può gustare in insalata, ad esempio insieme
a cipolle rosse e semi di sesamo.
Lo sapevi che: L’alga Wakame aiuta a mantenere a lungo il senso di sazietà. Aggiungila a insalate o spolverizzata sulle verdure cotte.
Prodotti consigliati:
#2 Hijiki (o Hiziki)
Anche questa è un’alga bruna, dal sapore molto delicato e
dalla consistenza tenera che la rende adatta al consumo sia cruda sia da cotta,
che deve avvenire, in entrambi i casi, dopo un periodo di ammollo.
È ricca di Sali minerali e oligoelementi, grazie al fatto che vive nelle profondità marine. È utile per rendere forti i capelli, le unghie, i denti e per combattere il colesterolo alto.
L’alga Hijiki si può gustare cotta e condita con succo e
scorza d’arancia, è perfetta anche con il riso Basmati.
Prodotti consigliati:
#3 Kombu
È un’alga bruna particolarmente ricca di iodio, magnesio, ferro e per questo motivo rappresenta un ottimo ricostituente. L’alga Kombu viene usata anche nelle diete dimagranti grazie al contenuto di iodio che stimola e regolarizza naturalmente il metabolismo e la funzione della tiroide.
Questa alga si può usare per preparare involtini di verdura
e per esaltare il sapore di minestre e tisane.
Lo sapevi che: L’alga Kombu aiuta a digerire meglio i legumi. Basta aggiungere due-tre pezzettini (a porzione) di alga kombu essiccata durante la cottura. In questo modo si evitano fastidiose fermentazioni e la sensazione di peso sullo stomaco.
Prodotti consigliati:
#4 Dulse
Si tratta di un’alga rossa dal gusto deciso e quasi piccante. Il colore rosso dipende dall’alto contenuto di ferro, e questo la rende particolarmente indicata per chi soffre di anemia e per vegetariani in generale.
L’alga Dulse è un ingrediente importante di molte zuppe e
insalate sfiziose, grazie al sapore fortemente aromatico che conferisce.
Può essere gustata sbriciolata, come tocco finale, sugli
gnocchi di patate, di carota oppure di zucca.
Prodotti consigliati:
#5 Nori
Questa è un’altra alga rossa a foglia larga ed è
caratterizzata da un sapore morbido e delicato. Molto proteica e ricca di vitamine
(in modo particolare C, B e betacarotene), utili per contrastare colesterolo
alto, difficoltà digestive e forte spossatezza.
L’alga Nori viene usata principalmente per preparare il
sushi e, prima dell’impiego, deve essere scaldata brevemente a una distanza di
circa 20 cm dalla fiamma libera fino a che il colore non sia cambiato da bruno
a verde scuro.
L’alga Nori può anche essere gustata nelle minestre e
insalate.
Prodotti consigliati:
#6 Spirulina
Quest’alga sembrerebbe che sia la discendente diretta della prima forma di vita sulla Terra. Si tratta di un’alga azzurra ricchissima di clorofilla e le cui pareti non contengono cellulosa, fatto che la rende particolarmente digeribile.
Sembra che aumenti la vitalità e l’energia grazie alla
ricchezza di vitamine, minerali, oligoelementi e micronutrienti. Inoltre,
quest’alga microscopica è indicata per chi non mangia carne in quanto è facile
da assimilare ed è composta per circa il 70% da aminoacidi preziosi.
In commercio la spirulina si trova sotto forma di “spaghettini” o liofilizzata in polvere. Bisogna assicurarsi che si tratti di un prodotto certificato, coltivato in acque controllate e lavorato senza aggiunta di additivi.
Si può aggiungere mezzo cucchiaino di alga spirulina in un
bicchiere di acqua di cocco per preparare un energy drink salutare.
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Garantire il fabbisogno di vitamina D è indispensabile nell’arco di tutta la vita per godere di buona salute e vivere felici. Bisogna correre subito ai ripari, quando avvertiamo i sintomi da carenza di vitamina D.
Chi non ricorda la tortura dell’olio di fegato di merluzzo alla quale siamo stati sottoposti quasi tutti da piccoli? Pur essendo profondamente odiato da tanti, questo rimedio è ricchissimo di nutrienti indispensabili, incluse grandi quantità di vitamina D, necessaria alla crescita e al buon funzionamento del nostro organismo.
Alcuni fatti e curiosità sulla vitamina D:
per vitamina D si intende un gruppo di 5 diverse vitamine: D1, D2, D3, D4 e D5. Le due forme più importanti di questa vitamina sono la vitamina D2 (ergocalciferolo) – di provenienza vegetale, e la vitamina D3 (colecalciferolo) – sintetizzata negli organismi animali.
la vitamina D funziona come un ormone e ogni cellula del nostro corpo possiede un recettore per questa vitamina;
la vitamina D viene sintetizzata dal colesterolo, quando la pelle viene esposta al sole;
la carenza di vitamina D è molto comune – circa 1 miliardo di persone nel mondo hanno livelli insufficienti di vitamina D. Anche il 60% degli italiani ne è carente.
essere in sovrappeso, avere la pelle scura, usare sempre una protezione solare, essere vegano, uscire poco di casa sono tutti fattori di rischio per la carenza da vitamina D.
Fabbisogno di vitamina D
Molto spesso non sappiamo che i nostri livelli di vitamina D nel sangue non sono sufficienti. Per valutarli serve un test del sangue particolare, che di solito viene prescritto alle persone più a rischio, come gli anziani.
La concentrazione ideale di vitamina D è di 30-60 ng/ml. Una quantità di 10-30 ng/ml è considerata insufficiente, e si parla di una carenza di vitamina D se è presente nel sangue in una quantità inferiore a 10 ng/ml.
Le dosi di vitamina D vengono generalmente espresse in Unità Internazionali (UI) e il fabbisogno di questa vitamina varia lungo la vita in questo modo:
Alcuni ricercatori sono del parere, che il fabbisogno di un adulto è effettivamente molto più alto e si aggira intorno ai 3000 UI di vitamina D al giorno (3500 per le persone anziane), ma è comunque da concordare con il proprio medico curante.
14 sintomi da carenza di vitamina D
1 – Ammalarsi più spesso
Una delle funzioni principali della vitamina D è rendere le difese immunitarie più forti, per affrontare e combattere efficacemente virus e batteri. Se ti ammali spesso, hai sempre il raffreddore o l’influenza, molto probabilmente soffri di una carenza di vitamina D.
Alcuni studi hanno confermato il legame fra un apporto insufficiente di vitamina D e infezioni del tratto respiratorio (raffreddori, bronchiti, polmoniti). Prendere un integratore di fino a 4000 UI di vitamina D al giorno potrebbe ridurre il rischio di ammalarsi.
2 – Dolori articolari, alle ossa e alla schiena
La vitamina D è molto importante per la salute delle nostre ossa, perché migliora la capacità del nostro corpo di assorbire il calcio. Ecco perché i dolori articolari, il dolore alle ossa o il mal di schiena (in modo particolare le lombalgie) potrebbero indicare livelli bassi di questa vitamina.
3 – Disturbi digestivi
I livelli bassi di vitamina D si possono manifestare anche con mal di pancia, gonfiore addominale, diarrea e/o stipsi. Alcuni studi hanno confermato, che una carenza di vitamina D potrebbe causare infiammazioni intestinali e, addirittura, l’insorgere del cancro al colon.
4 – Stanchezza e debolezza
Ci sentiamo stanchi per tanti motivi, e la carenza di vitamina D è uno di questi. Livelli bassi di vitamina D nel sangue possono provocare stati di spossatezza e peggiorare la qualità della vita. Anche piccole insufficienze di questa vitamina possono influire sui nostri livelli di energia.
5 – Perdita di capelli
Molto spesso la caduta di capelli viene attribuita allo stress, ma alcuni studi recenti hanno dimostrato come una carenza di vitamina D può provocare la perdita di capelli, in modo particolare nelle donne.
I livelli bassi di vitamina D sono inoltre un fattore di rischio per sviluppare l’alopecia areata – una malattia autoimmune, caratterizzata dalla perdita di capelli e peli in tutto il corpo.
6 – Sbalzi d’umore e depressione
Una carenza di vitamina D può provocare cambiamenti nel tono dell’umore e provocare l’insorgere della depressione, in modo particolare negli adulti più anziani.
Prendere un integratore di vitamina D potrebbe aiutare a migliorare lo stato d’animo, la memoria, la concentrazione ed essere utile anche per chi soffre di “depressione invernale”.
7 – Guarigione lenta delle ferite
Un periodo di guarigione lungo dopo un intervento o un trauma potrebbe indicare una carenza di vitamina D.
Questa vitamina stimola la rigenerazione cellulare ed è indispensabile nel processo di guarigione delle ferite, anche grazie al suo ruolo nel controllare l’infiammazione e nel combattere le infezioni.
Guarda il VIDEO:
8 – Sudorazione eccessiva
Un’altra funzione della vitamina D è quella di controllare la temperatura corporea, perché aiuta ad equilibrare la concentrazione di Sali minerali nel nostro organismo. Una carenza di questa vitamina si può manifestare come sudorazione eccessiva, soprattutto alla testa.
9 – Dolori muscolari
Molto spesso è difficile stabilire la causa dei dolori muscolari. Alcuni studi hanno evidenziato come la carenza di vitamina D nei bambini e negli adulti può provocare dolore.
Il recettore di vitamina D è presente nelle cellule nervose sensibili al dolore e chiamate nocicettori. Un’insufficienza di vitamina D può provocare dolore quando queste cellule vengono stimolate.
Un’integrazione di vitamina D nei bambini che soffrono di dolori della crescita potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi.
10 – Perdita di massa ossea
Una bassa densità ossea indica una perdita di calcio e di altri minerali ed è un fattore di rischio per fratture, soprattutto fra le persone anziane e donne in menopausa.
Molte persone diagnosticate con perdita di massa ossea pensano di dover prendere un integratore di calcio, ma potrebbe invece trattarsi di un’insufficienza di vitamina D, che ha un ruolo fondamentale nell’assorbimento del calcio e nel metabolismo osseo.
11 – Ipertensione
È stata dimostrata la relazione fra i livelli della pressione sanguigna e quelli di vitamina D nel sangue. Più bassa è la presenza della vitamina D e più alta è la pressione. Un’integrazione di vitamina D potrebbe infatti aiutare a combattere l’ipertensione.
12 – Reazioni allergiche
Un’insufficienza di vitamina D potrebbe aumentare la sensibilità ad alcuni allergeni, in modo particolare agli acari e alla polvere. L’integrazione di vitamina D potrebbe anche aiutare a migliorare i sintomi da orticaria o dermatite atopica.
I giusti livelli di vitamina D hanno inoltre un ruolo protettivo nei bambini e nei confronti di allergie alimentari o asma.
13 – Aumento di peso
Un’insufficienza di vitamina D può provocare una disfunzione dell’ormone della sazietà, con conseguente aumento del senso della fame e del peso corporeo.
14 – Gengive arrossate e/o che sanguinano
Anche in questo caso si tratta del ruolo della vitamina D nell’aiutare il nostro organismo a combattere i batteri. In modo particolare, questa vitamina stimola la produzione di catelicidina e defensina – sostanze che proteggono il cavo orale da infezioni. Una carenza di vitamina D, invece, può causare un indebolimento delle gengive e provocare arrossamento e/o sanguinamento.
Fonti di vitamina D
La principale fonte di vitamina D è il sole. Questa vitamina viene sintetizzata nella pelle in seguito all’esposizione ai raggi UV. Nei mesi invernali i raggi UV sono più deboli ed è più difficile fare il pieno della vitamina D, che può essere integrata attraverso l’alimentazione o assumendo un integratore alimentare.
Le migliori fonti alimentari di vitamina D sono:
l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi (salmone, aringa), le uova, il burro, il fegato, le carni rosse e le verdure di colore verde.
Tuttavia, è molto difficile garantire il fabbisogno e prevenire la carenza di questa vitamina attraverso l’alimentazione soltanto e, soprattutto durante i mesi invernali, è consigliabile l’assunzione di un integratore alimentare. In questo caso la forma maggiormente biodisponibile è un integratore di vitamina D3.
Ovviamente, come per tutte le vitamine liposolubili, anche nel caso della vitamina D bisogna stare attenti e non superare il limite massimo o il dosaggio stabilito dal medico di fiducia.
Fra i sintomi di intossicazione da vitamina D vi sono:
nausea;
vomito;
debolezza;
aritmia cardiaca;
calcoli renali (se presa insieme ad un integratore di calcio);
stato confusionale e apatia;
mancanza di appetito e perdita di peso;
stipsi.
La vitamina D è una vitamina dimenticata e in tanti pensano che sia indispensabile soprattutto durante la crescita, ma la sua importanza resta fondamentale per la salute durante l’arco di tutta la vita. Rimediare a una carenza o un’insufficienza di vitamina D potrebbe essere la soluzione di molti problemi di salute.
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Il tè è diventato ormai più di una semplice una bevanda. È un appuntamento irrinunciabile per tantissime persone, e in questo post vedremo quali sono le proprietà benefiche del tè e quali sono le differenze fra i diversi tipi di tè.
Originario dalla Cina, il tè è una bevanda molto conosciuta e diffusa in tutto il mondo. Anche se per molti rappresenta ancora una novità, il tè è una bevanda antichissima. Le prime prove della sua esistenza risalgono addirittura al 141 A.C. e coincidono con il regno dell’Imperatore Liu Qi.
Cos’è il tè?
Quando si pronuncia la parola tè, molto spesso ci si riferisce ad un ampio spettro di bevande: tè verde, tè nero (chiamato anche classico), tisane e infusi di erbe, frutti e spezie. Negli ultimi anni, tuttavia, il consumatore di tè sta diventando molto più consapevole ed inizia a distinguere i diversi tipi di tè dagli infusi e dalle tisane di erbe o spezie.
Per tè, infatti, si intende solo l’infuso di pianta Camellia sinensis, con le sue diverse varietà, a seconda del metodo di essiccazione delle foglie – tè nero, tè bianco, tè Oolong, tè verde o tè Pu’erh.
I diversi tipi di tè – differenze
Qualunque sia il vostro tipo di tè preferito (verde, bianco o nero), si tratta sempre di un’unica pianta – Camellia sinensis. L’unica differenza tra loro consiste nella modalità di essiccazione e preparazione delle foglie.
Tè nero
Per ottenere questo tipo di tè, le foglie di Camellia sinensis vengono raccolte e disposte ad essiccare per 8-24 ore. Successivamente le foglie vengono arrotolate. Durante questo procedimento la superficie delle foglie di tè si spacca permettendo agli enzimi di entrare in contatto con l’ossigeno, innescando un processo di fermentazione. Questo tipo di tè, infatti, subisce un’ossidazione completa.
Fra le varietà di tè nero troviamo: il tè Darjeeling (coltivato ai piedi dell’Himalaya), il tè Assam (proveniente dal nord-est dell’India) oppure il tè Rose Pouchong (ottenuto mescolando alle foglie di tè petali di rosa).
Tè verde
In questo caso le foglie di Camellia sinensis non vengono sottoposte all’ossidazione. Per impedire agli enzimi di entrare in contato con l’ossigeno, appena raccolte, le foglie vengono essiccate al sole per qualche ora e poi trattate con il vapore (100 gradi) per almeno 30 secondi. A questo segue una fase di asciugatura, che fa evaporare l’acqua e permette di ripiegare e arrotolare le foglie in forme particolari.
Fra le varietà di tè verde troviamo: il tè Gun Powder (“polvere da sparo”, dal sapore fresco e pungente – le foglie vengono arrotolate su se stesse prendendo la forma dei granuli), Lung Ching (“fonte del drago”, dal sapore delicato e prodotto con le foglie più giovani – è considerato il tipo di tè verde più pregiato), il tè Sencha (dal sapore fresco e leggermente amarognolo – le foglie, che vengono raccolte in primavera, dopo la lavorazione prendono la forma di aghi di pino), il tè Bancha (dal colore più scuro – le foglie sono più grandi e vengono raccolte in estate).
Tè bianco
Questo tè viene prodotto esclusivamente in Cina e viene considerato il tipo di tè più pregiato. È costituito da foglie giovani e da germogli della pianta di Camellia sinensis, che vengono essiccate e trattate con il vapore per evitare l’ossidazione. È il tipo di tè più costoso.
Tè Oolong
In questo caso le foglie di tè vengono brevemente essiccate al sole e sottoposte a movimenti rotatori, per favorire lievi lacerazioni delle foglie e l’inizio di processi fermentativi, che vengono arrestati sottoponendo le foglie a getti di vapore. In questo modo si ottiene un tè semi-fermentato, una via di mezzo fra il tè verde e il tè nero.
Tè Pu’erh
Questo è un tipo di tè meno conosciuto, ma considerato uno dei migliori. Il suo nome deriva dalla Provincia in cui vengono raccolte le foglie, che vengono sottoposte ad una lavorazione particolare – prima si ottiene un tè verde, che ulteriormente viene fatto fermentare a lungo.
Le proprietà benefiche del tè
Il tè è un concentrato di antiossidanti, flavanoli, flavonoli (flavonoidi), polifenoli, tannini ed altri composti fondamentali per la nostra salute.
I principali benefici del tè sono:
Migliora il metabolismo degli zuccheri e dei grassi, e aiuta a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo e dei trigliceridi. Per questi motivi può essere utile nelle sia nelle cure dimagranti, che per ridurre il rischio di malattie cardio-vascolari.
Utile per prevenire ictus, glaucoma, e per proteggere la cute dai danni delle radiazioni UV, grazie alla presenza di quantità elevate di gallato di epigallocatechina (EGCG) – un antiossidante, che si trova maggiormente nelle varietà di tè verde.
Rafforza le difese immunitarie.
Migliora le funzioni digestive.
Utile per riequilibrare la pressione sanguigna.
Abbassa il rischio di alcuni tipi di cancro: seno, colon, ovaie (in modo particolare il tè Oolong), prostata.
Utile per prevenire l’invecchiamento cellulare, perché combatte i radicali liberi.
Un ottimo tonico, utile per migliorare i livelli di energia psico-fisica, grazie alla presenza di caffeina (presente in quantità maggiori nel tè nero).
Protegge i denti dalle carie (tè nero, perché ricco di fluoro).
Controindicazioni ed effetti collaterali del tè:
Proprio a causa del contenuto di caffeina, il tè andrebbe preso con cautela in gravidanza e durante l’allattamento (non più di due tazze al giorno, in assenza di problemi particolari).
Il tè non andrebbe preso la sera, perché potrebbe provocare insonnia.
Il tè potrebbe interagire con l’assunzione di alcuni farmaci e integratori (ad esempio il consumo di tè riduce l’assorbimento di ferro e di calcio – per questo motivo viene anche consigliato di bere il tè lontano dai pasti).
Nelle persone sensibili e se preso in eccesso, il tè potrebbe provocare i seguenti effetti collaterali:
potrebbe provocare irregolarità del battito cardiaco;
potrebbe diminuire la coagulazione del sangue;
potrebbe provocare o peggiorare disturbi d’ansia;
può provocare ipoglicemia;
potrebbe provocare diarrea e peggiorare i sintomi dell’IBS (irritable bowel syndrome – sindrome del colon irritabile).
nelle persone che non lo consumano regolarmente e che soffrono di ipertensione, il tè potrebbe provocare un aumento della pressione sanguigna.
Salvo alcuni casi particolari e se consumato con moderazione, il tè è una bevanda molto salutare, ottimo sia per riscaldarci d’inverno, che per rinfrescarci d’estate, contribuendo a mantenerci giovani, in salute e pieni di energia. Generalmente, visto che si tratta della stessa pianta, i diversi tipi di tè hanno proprietà benefiche simili, che possono essere più o meno pronunciate a seconda del tipo di lavorazione che le foglie hanno subito. Ad esempio, le varietà di tè verde contengono più antiossidanti rispetto ai tipi di tè fermentato (come il tè nero oppure il tè Oolong).
Non esiste dunque un tè migliore o peggiore, basta scegliere il sapore che più ci piace e gustarlo con calma, cercando di sintonizzare la mente su pensieri positivi e piacevoli, per trarre il massimo beneficio da questa meravigliosa bevanda tutta da scoprire.
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