Ischemia o emorragia cerebrale: sintomi premonitori e cosa fare in caso di ictus

Ischemia o emorragia cerebrale: sintomi premonitori e cosa fare in caso di ictus
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L’ischemia/emorragia cerebrale purtroppo è un male sempre più attuale, che colpisce più di 15 milioni di persone all’anno in tutto il mondo. Considerato che, nel 90% dei casi l’ictus sia prevenibile, è fondamentale saper riconoscere i sintomi premonitori e correre ai ripari il prima possibile, per limitare i danni e salvare la vita della persona colpita.

Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale – una malattia, che provoca 6.7 milioni di decessi, ovvero il 12% delle cause di morte a livello mondiale. 

Ho deciso di dedicare uno spazio a questo tema, perché l’ictus lo abbiamo vissuto in famiglia, 3 dei miei nonni sono stati colpiti da attacchi cerebrovascolari e, purtroppo, non sono sopravvissuti. Da allora mi sono sempre chiesta, se cercare un aiuto in modo più tempestivo e una maggiore consapevolezza dell’accaduto avrebbe potuto salvare le loro vite.

Ho notato, che negli anni c’è stata una diffusione inquietante dei casi di ictus con un abbassamento continuo dell’età delle vittime. Se prima l’età media delle persone colpite era di 69-71 anni, attualmente è diventato un evento molto comune nelle persone cinquantenni, con numerosi casi anche tra i giovani e, purtroppo, bambini. Quindi l’ictus non è più una malattia tipica degli anziani.

Cos’è un ictus?

L’ictus vuol dire “colpo” in latino ed è noto anche come attacco cerebrale.

L’ictus si verifica quando l’afflusso di sangue nel cervello si interrompe.

Questo può accadere a causa di:

  • un’ostruzione di un’arteria (ischemia cerebrale o ictus ischemico) – è la forma più comune e, in questo caso, l’ictus è provocato da un trombo o un embolo che ostruisce un vaso sanguigno.
  • una rottura di un vaso sanguigno nel cervello (evento più raro e più pericoloso, e chiamato anche emorragia cerebrale o ictus emorragico).

Esiste anche una forma di ictus, chiamata TIA – attacco ischemico transitorio, caratterizzato da un calo temporaneo nell’afflusso di sangue al cervello, e che costituisce un importante campanello d’allarme per un ictus più pericoloso.

Il 40% delle persone colpite da un TIA, in futuro viene colpita da un ictus.

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È indispensabile intervenire nelle primissime ore dall’attacco, per ristabilire l’ossigenazione della zona colpita e prevenire la morte dei neuroni, che può comportare gravi disabilità e, in alcuni casi, anche il decesso della persona.

Fra le forme di ictus, l’ischemia cerebrale è quella più comune.

Essendo definito anche come un “attacco cerebrale”, l’ictus, così come un attacco di cuore, necessita misure immediate per minimizzare i danni e ridurre il rischio di invalidità e di morte. Saper riconoscere i primi sintomi è fondamentale, non solo per migliorare le probabilità di recupero, ma anche per salvare la propria vita o quella della persona cara.

Sintomi premonitori di un attacco di ictus:

I sintomi dell’ictus dipendono dall’area del cervello coinvolta ed includono principalmente:

  • un improvviso intorpidimento, debolezza e/o formicolii a livello del viso, del braccio o della gamba, su un lato del corpo;
  • un senso di confusione;
  • difficoltà a parlare e a capire;
  • problemi alla vista (a uno o a entrambi gli occhi);
  • difficoltà di deambulazione;
  • vertigini, perdita di equilibrio e di coordinazione;
  • mal di testa fortissimo ed improvviso, che può essere accompagnato da nausea, vomito, perdita di coscienza.
  • la bocca storta;
  • diminuzione o mancanza di sensibilità a un braccio e/o una gamba di uno stesso lato del corpo.

Cosa fare?

L’ictus è un’emergenza medica, che si tratti di un TIA, un’ischemia o un’emorragia.

All’insorgere dei primissimi sintomi strani ed improvvisi, bisogna chiedere alla persona colpita di:

  • alzare entrambe le braccia per riuscire a comprendere se uno dei due è più debole e tendente a cadere;
  • provare a sorridere, per vedere se un angolo della bocca cede.

Non appena si è accertati che potrebbe trattarsi di un ictus, bisogna agire subito, avvolgere la persona colpita in una coperta e accompagnarla al Pronto Soccorso oppure chiamare l’ambulanza.

Dalla comparsa dei primi sintomi ci sono solo 60 minuti per intervenire e, eventualmente, salvare la vita della persona colpita. Infatti, entro 60 minuti bisogna arrivare in ospedale, dove entro 3-4 ore viene somministrata una terapia farmacologica, che, in caso di ictus ischemico, è in grado di sciogliere il coagulo e migliorare le probabilità di recupero del 30%. In alcuni casi, entro le 6 ore si deve intervenire chirurgicamente per eliminare l’ostruzione (trombectomia meccanica).

Cosa NON fare?

Se sospettate un ictus cerebrale in atto, NON BISOGNA:

  • perdere tempo.
  • mettersi a letto ed aspettare che i sintomi passino da soli.
  • chiamare la guardia medica o il medico di famiglia, ma chiamare subito il 118, oppure recarsi immediatamente in ospedale.

Fattori di rischio

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I tre più importanti fattori di rischio, che possono provocare l’insorgere di un ictus sono:

  1. l’ipertensione,
  2. il diabete e
  3. l’ipercolesterolemia.

Altri fattori di rischio sono:

  • il fumo (sia quello attivo, che quello passivo);
  • l’alcool;
  • l’obesità;
  • un precedente TIA;
  • la fibrillazione atriale,
  • predisposizione familiare;
  • stile di vita sedentario;
  • l’età (l’incidenza di attacchi cerebrovascolari raddoppia per ogni decade a partire dai 55 anni);
  • stress;
  • cardiopatie;
  • emicranie;
  • assumere la pillola.

La migliore prevenzione in caso di ictus è avere uno stile di vita attivo, eliminare le cattive abitudini (come il fumo ed il consumo di alcool), adottare uno stile alimentare equilibrato (meno sale, alcool, cibi grassi e carne rossa, e più cibi ricchi di omega-3, fibre, magnesio, potassio, calcio, antiossidanti, vitamine C, E, B6, B12 e folati) e gestire meglio lo stress, visto che è diventato quasi impossibile evitarlo del tutto al giorno d’oggi.

Infatti, uno stile di vita sano, aiuta a ridurre fino al 80% il rischio di avere un ictus. Mentre 30 minuti al giorno di camminata a passo spedito aiutano a tenere sotto controllo i livelli plasmatici di fattori dell’infiammazione coinvolti nell’ictus, come la proteina C reattiva e l’interleuchina 6, e a ridurre il rischio di ictus del 50%.

Inoltre, è importantissimo essere informati ed è fondamentale, che tutti conoscano i primissimi sintomi di un’ischemia/emorragia cerebrale, per poter intervenire tempestivamente e salvare la propria vita o la vita di un proprio caro.

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Riferimenti: 

  1. A.L.I.Ce Italia Onlus – Associazione per Lotta all’Ictus Cerebrale
  2. SIIA – Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, Lega Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa
  3. Ordine Professioni Infermieristiche – Bologna
  4. Humanitas – Research Hospital
  5. “Il Corriere” – Cos’è l’ictus, quali sono i primi sintomi e cosa fare in caso di sospetto attacco?
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